foto2Il settore del trading online arricchisce il ministero del tesoro israeliano di oltre 2 miliardi di dollari l’anno, il ciò rappresenta lo 0,7% del Prodotto Interno Lordo (PIL), secondo le stime di Finance Magnates. Sviscerando i numeri, il settore delle opzioni binarie contribuisce con 1,25 miliardi di dollari, il resto proviene dall’industria del forex. Le due industrie occupano una forza lavoro di circa 8.000 israeliani.

Le motivazioni dello studio sono da ricercare nel continuo esodo negli ultimi anni di broker operanti nelle opzioni binarie e imprese fornitrici di tecnologia da Israele verso migliori mete e la pressione normativa sempre più grande che sta minando il settore. Una recente dichiarazione da parte dell’ufficio del Primo Ministro Israeliano è stata alquanto controversa: un totale divieto a tutta l’industria delle opzioni binarie. La tempesta si è abbattuta implacabile contro l’industria delle opzioni binarie israeliana che si è vista impossibilitata dalla scorso marzo a cercare nuovi clienti tra i cittadini israeliani.

La filiera dell’industria delle opzioni binarie

L’industria delle opzioni binarie impiega circa 5.000 persone. Si stima che circa 4.700 persone siano lavoratori dei 70 broker locali, mentre altre 300 persone lavorano presso imprese fornitrici di tecnologia. Come detto in precedenza, ogni anno 1,25 miliardi di dollari di tasse e altri oneri indiretti finiscono nelle casse del tesoro israeliano.

Lavorare per il settore delle opzioni binarie può essere molto gratificante, lo stipendio mensile di un gestore di clienti arriva a toccare i 12.000 dollari, mentre quello di un manager addetto al call center si ferma a 5.000 dollari, per gli impiegati nelle mansioni più semplici lo stipendio oscilla tra i 3.000 e i 4.000 dollari al mese. Il salario mensile in Israele è di 9.669 ILS shekel (circa 2.500 dollari) secondo quando pubblicato dall’Ufficio Centrale di Statistica Israeliano (novembre 2016).

Oltre ai 70 broker locali attivi nell’industria delle opzioni binarie, ci sono anche due grandi imprese fornitrici di tecnologia che complessivamente impiegano circa 300 dipendenti tra designer, sviluppatori e team di vendita e marketing. Queste imprese si stima che arricchiscano il Tesoro Israeliano con 25 milioni di dollari all’anno.

I timori del settore per un possibile embargo

Nonostante l’Agenzia Israeliana per gli strumenti Finanziari (ISA) ha assegnato 6 licenze a altrettanti broker operanti nel forex lo scorso mese di settembre, c’è una crescente paura nel settore che la cattiva fama causata da qualche broker che utilizzava pratiche non sempre lecite possa portare ad un divieto totale delle attività di forex e opzioni binarie in tutto il paese. Se questo accadesse, si stima che circa 3.000 israeliani possano perdere il loro posto di lavoro e circa 70 broker e 8 imprese tecnologiche siano costrette a chiudere. Secondo le stime dello studio, i broker forex contribuiscono al Tesoro Israeliano con circa 750 milioni di dollari in tasse e oneri indiretti, oltre al contributo delle imprese fornitrici di tecnologia che abbiamo menzionato in precedenza.

Il reddito potenziale derivante dal trading online locale è alto 2 miliardi di dollari. Questo reddito è uguale al PIL del Regno del Bhutan che è 4 posizioni più in alto rispetto al Belize e 16 rispetto a Vanuatu, entrambe degli hub per il forex e le opzioni binarie che beneficiano di regolazioni off-shore. Israele è classificato come 35° nel mondo con un PIL di 291 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti rimangono al primo posto con circa 17 trillioni di dollari.