Bilancio interessante nonostante l’andamento dei valori risulti pressoché dimezzato rispetto al 2015

 

La spesa farmaceutica in Italia ha chiuso il 2016 con un giro d’affari di oltre 25 miliardi.

Cifre ragguardevoli nonostante l’andamento dei valori risulti pressoché dimezzato rispetto al 2015.

Nonostante i cali il sistema può contare su un buon livello di salute.

 

Un dato su tutti mette in evidenza che la metà dei medicinali è rappresentata dai prodotti di classe A, ovvero rimborsati dal Sistema sanitario nazionale.

 

Da un’analisi approfondita resa da Federfarma risulta che a rallentare in maniera significativa la crescita è il canale ospedaliero in seguito all’ indebolirsi del contributo dei farmaci antivirali.

 

La segmentazione del mercato per categoria di prodotti rileva la quota invariata dei farmaci etici A+C (60%) rispetto al 2015.

Nel comparto dalla libera vendita ottengono “un punto di quota a valori i prodotti notificati grazie alla continua crescita degli integratori – si legge nell’analisi redatta da Federfarma – .

Mentre il parafarmaco ha una contrazione a seguito dell’uscita dal canale di molti consumi di diagnostica (in particolare i test sul diabete)”.

 

La lista dei farmaci distribuiti per conto delle Regioni mette in evidenza realtà diverse da territorio a territorio e prezzi medi che vanno dagli 84 euro del Friuli ai 26 dell’Emilia Romagna.

 

In termini di spesa media il 2016 (si veda il rapporto Saniregio del CERM) ha messo in evidenza a livello nazionale un innalzamento da 28 a 30,5 euro pro capite con un decremento delle specialità farmaceutiche del 2% a valori.

Un calo che vede in prima linea i farmaci di autocura e a seguire i farmaci rimborsabili con

nota.

Nel 2016 sono invece cresciuti farmaci quali quelli per la cura dell’ipertrofia prostatica, gli antiepilettici, i regolatori del colesterolo e gli antipiretici/analgesici.

 

L’analisi resa nota da Federfarma mette in evidenza un aumento nei consumi dei  farmaci etici totalmente o parzialmente rimborsabili, che conta su una crescita del +0,2%, mentre ha un saldo negativo con un -1,7% la domanda dei prodotti totalmente a carico dei pazienti (fascia C).

 

Passando al segmento dei medicinali con obbligo di ricetta si può osservare che lo stesso non ha subito variazioni sostanziali.

Sono invece in calo i volumi dei farmaci di automedicazione, che mettono in evidenza un  -4,5%.

 

La parte restante del mercato gode di alti e bassi ed è caratterizzata da luci ed ombre.

Se non conosce crisi la vendita di integratori, per cui viene rilevato il 7% di crescita dei volumi di vendita, perde il 5% del fatturato la serie di prodotti del comparto igiene e bellezza.

Risultati positivi anche per i cibi appartenenti al segmento nutrizionale, il cui indice di sofferenza è rappresentato dall’elevata concorrenza di canale sui dietetici per l’infanzia.

 

L’attenzione è ora rivolta all’anno in corso soprattutto in considerazione delle variazioni che coinvolgono i tetti di spesa, come sottolinea la Corte dei Conti, e soprattutto in virtù della novità che vede in prima linea i farmaci di classe A in distribuzione diretta.