Il mercato delle scommesse live non sembra risentire della crisi, anzi, forse proprio la necessità di portare a casa qualche soldo in più, spinge molti a sfidare la sorte col gioco d’azzardo. L’aspetto problematico è che negli ultimi tempi si è diffusa una vera e propria epidemia del gioco. In particolare, il fenomeno delle scommesse live, che consente di piazzare più scommesse drante lo svolgimento della stessa partita, sembra avere un impatto psicologico ancora più marcato nella mente dei giocatori, portando a veri e propri fenomeni di dipendenza dal gioco.
Nei prossimi paragrafi, cercheremo di chiarire meglio che cosa sono le scommesse live, come riconoscere i sintomi di dipendenza dal gioco e come guarirne.

Cosa sono le scommesse live

Tutti gli scommettitori che hanno la possibilità di seguire in diretta l’andamento di una partita, possono giocare alle scommesse live. Queste, infatti, offrono la possibilità di prevedere la realizzazione di alcuni eventi proprio durante lo svolgimento del match. Questi eventi possono essere ad esempio rigori, espulsioni, gol, ecc. A differenza delle scommesse “classiche”, che si giocano prima dell’inizio della partita, le scommesse live vengono piazzate durante lo svolgimento dell’evento sportivo e le quote variano in continuazione, in funzione dell’andamento dello stesso.

Si parla di evento sportivo poichè, diversamente da quanto si possa pensare, questo tipo di scommesse non rfootball-452569_640iguarda solo il calcio. E’ infatti possibile scommettere sui più grandi avvenimenti sportivi di tennis, rugby, basket, pallamano, golf, ecc. che si svolgono in tutto il mondo ed a tutte le ore.

Per scommettere live è necessario avere un conto di gioco aperto su un bookmaker online di propria scelta. Dopo aver creato il conto, si accede all’interfaccia per le scommesse live del bookmaker e si sceglie l’evento sportivo sul quale si vuole scommettere.
Da ora in poi sarà possibile seguire l’evoluzione delle quote in funzione dello svolgimento dell’evento, oltre a tutte le informazioni e le statistiche sull’evento stesso, e piazzare le proprie scommesse.

Come guarire dalla dipendenza da gioco

Il web garantisce a tutti un accesso al gioco 24 ore su 24 e 7 giorni su 7: personeche fino ad ora non hanno mai neppure pensato al gioco d’azzardo, iniziano a giocare spinti dalla curiosità e i soggetti più fragili che finiscono su un sito di scommesse possono sviluppare una vera e propria dipendenza.
Il gioco d’azzardo patologico è un disturbo comportamentale assimilabile, sotto diversi aspetti, alle dipendenze da sostanze e ai disturbi compulsivi.

Esso è infatti caratterizzato da un bisogno di giocare persistente e non differibile. Si distingue inoltre per un progressivo aumento del tempo e del denaro spesi nel gioco e per la compromissione dei vari ambiti della vita lavorativa, affettiva e sociale. Egli inoltre investe nel gioco ben oltre le proprie possibilità economiche

In genere il giocatore problematico non è in grado di riconoscere la propria condizione, ma sono i familiari ad accorgersene.

Come per tutte le dipendenze, la terapia cognitivo-comportamentale è la prima scelta nel trattamento della dipendenza da gioco. Essa ha lo scopo di modificare le percezioni distorte dalla patologia. Riportando alcuni esempi, la terapia cognitivo-comportamentale può aiutare il paziente a non sovrastimare le sue possibilità di vincita, a non illudersi di poter controllare il gioco e a non credere che dopo una lunga serie di perdite la vittoria sia sempre e per forza dietro l’angolo. Potrebbero essere utilizzati anche alcuni farmaci in associazione alla terapia cognitivo-comportamentale. Tra questi il naltrexone, già utilizzato in alcuni casi di dipendenza da alcool o droghe, sembra promettere buoni risultati, ma saranno necessarie ulteriori ricerche per capire se e come potrà essere utilizzato; per quanto riguarda invece le associazioni di pazienti, sul modello dell’Alcolisti Anonimi, la loro efficacia è controversa. Sono molto utili a rafforzare i buoni propositi, a sentirsi meno soli e più sostenuti; ma spesso col tempo i pazienti tendono ad abbandonare le sedute, e quindi anche a vanificare i risultati raggiunti.