Visibilità online: perché per i professionisti la SEO è meglio dell’advertising

La visibilità online è sicuramente uno dei vantaggi competitivi che possono portare un professionista a ottenere maggiore attenzione da parte di un pubblico che è interessato ai servizi offerti. Questa visibilità giova a diversi professionisti, tra cui anche quelli che operano in settori molto specialistici come avvocati, consulenti del lavoro, commercialisti.
Questo perché ad oggi sono le ricerche online quelle che portano un cliente a rivolgersi a uno specifico specialiste, ricerche che generalmente partono da Google, o dagli assistenti vocali con i quali si interagisce.
Tuttavia, non basta comparire tra i primi risultati, e spesso soprattutto se si compare tra i famosi “annunci sponsorizzati” perché appunto si è scelto di pagare Google Ads e di ottenere in cambio pubblicità, si potrebbe generare perfino un effetto controproducente.
Oggi la sensibilità degli utenti che naviga online è cambiata, sono sempre più attenti e in grado di distinguere tra un contenuto realmente di valore e informativo e una pagina pubblicitaria. Per questo motivo, soprattutto per professionisti appartenenti a ordini professionali con regole ben precise anche in termini pubblicitari, la soluzione più indicata per ottenere visibilità online è attraverso la SEO.
Ma andiamo a studiare più nel dettaglio come questi due approcci alla visibilità online siano diversi e perché valutare l’ottimizzazione SEO invece di affidarsi semplicemente a un’attività onerosa come l’advertising.
Ottenere visibilità sì, ma senza compromettere l’autorevolezza
Per chi esercita una professione intellettuale – dall’avvocato al commercialista, dal consulente del lavoro– la reputazione è uno degli asset più importanti. E per ottenere una buona visibilità unita a una buona reputazione, non basta farsi pubblicità.
L’advertising, infatti, certo consente di ottenere visibilità immediata pagando per occupare uno spazio in alto nei risultati di ricerca. Ma quell’annuncio, spesso etichettato come “sponsorizzato”, non dice nulla sulle competenze del professionista, né sulla sua esperienza, né sulla qualità del servizio offerto.
Al contrario, la SEO lavora in profondità in quanto si basa sul raggiungimento di un buon posizionamento organico dato dalla qualità dei contenuti, dalla struttura tecnica del sito, dalla costanza nella pubblicazione e – aspetto da non dimenticare– sulla percezione di autorevolezza che il dominio riesce a costruire nel tempo.
DA, ZA e gli altri segnali che contano nella SEO
Alcuni strumenti SEO hanno sviluppato metriche che permettono di misurare, almeno in parte, la solidità di un sito dal punto di vista dell’autorevolezza. Tra i più utilizzati c’è il DA (Domain Authority), elaborato da Moz, e lo ZA (Zoom Authority), proposto da SEOZoom e specificamente tarato per il mercato italiano.
Il DA, espresso con un valore da 1 a 100, rappresenta la capacità di un dominio di posizionarsi in modo organico nei motori di ricerca. Tiene conto di diversi fattori, tra cui la quantità e qualità dei link in ingresso, l’età del dominio, la frequenza degli aggiornamenti e la struttura del sito. Lo ZA segue una logica simile ma considera in modo più dettagliato le performance delle singole pagine in relazione alle ricerche effettuate in italiano.
Un punteggio elevato non si ottiene con campagne pubblicitarie, ma attraverso una costruzione solida e progressiva. Significa che altri siti, potenzialmente autorevoli, hanno scelto di citare quel dominio. Significa che Google lo ritiene affidabile per certi argomenti.
Il valore dei contenuti pubblicati all’esterno
Uno degli elementi chiave per aumentare la propria autorevolezza digitale è la presenza su portali esterni. Non basta curare il proprio sito. Essere ospitati con contenuti firmati su piattaforme autorevoli rafforza la propria identità professionale agli occhi di Google e degli utenti.
Articoli pubblicati su blog tematici, riviste online, siti di settore o testate professionali agiscono come veri e propri segnali di fiducia.
Non solo migliorano il profilo SEO del professionista – attraverso i backlink e la coerenza semantica – ma soprattutto raccontano una storia: quella di un esperto che viene interpellato da altri per la sua opinione, per il suo punto di vista, per le sue competenze.
Un esempio concreto? Un avvocato che scrive un approfondimento su una recente sentenza e lo pubblica su un portale dedicato a questa professione. Oppure un commercialista che analizza le ultime novità fiscali su un sito autorevole del settore. Azioni di questo tipo non generano solo visibilità, ma autorevolezza autentica.
Se si lavora come avvocato, commercialista o consulente del lavoro, a questo proposito nasce il blog dei professionisti. Un portale che divulga informazioni che siano sempre verticali su un tema specifico, che possa essere realmente di valore per gli utenti e che sono in grado di supportare il professionista nell’aumentare la sua autorevolezza online e anche il suo posizionamento nella mente del cliente e di utenti in target.
Contribuire con articoli e contenuti al blog dei professionisti è importante per riuscire a raggiungere un pubblico più ampio, ma anche per creare autorevolezza e migliorare la percezione che l’utente ha della vostra figura professionale.
I limiti dell’ADV per i liberi professionisti
Non si tratta di demonizzare l’advertising, le campagne Google Ads o Meta possono funzionare bene per le attività commerciali, soprattutto per chi vende prodotti o servizi standardizzati. Ma nel caso delle libere professioni, la logica è differente.
Quando un utente legge la parola “sponsorizzato”, sa di trovarsi davanti a un annuncio a pagamento. E si domanda, anche inconsciamente, se quella visibilità sia frutto di competenza o di budget investito.
Questo può generare un effetto opposto a quello desiderato: diffidenza, sospetto, scarsa fiducia. Il rischio è di apparire come uno dei tanti che pagano per farsi trovare, anziché come un riferimento in un campo specialistico.
Oltre a ciò, c’è un elemento etico e deontologico. In molte professioni, le regole impongono limiti precisi alla comunicazione promozionale. La pubblicità, se presente, deve essere trasparente, sobria, rispettosa della dignità della professione. In questo contesto, l’ADV può diventare un’arma a doppio taglio.
Costruire una reputazione digitale che duri nel tempo
La SEO, al contrario, non promette risultati immediati, ma offre un percorso concreto e progressivo. Ogni contenuto ben scritto, pubblicato sul proprio sito o su un portale esterno, è un investimento nel tempo. Può continuare a posizionarsi, a generare visite, a intercettare ricerche anche dopo mesi o anni.
Un articolo efficace su un tema specifico – ad esempio “consulenza fiscale per freelance” o “mediazione familiare in caso di separazione” – può portare contatti molto più qualificati rispetto a una campagna pubblicitaria generica. Perché chi legge un contenuto di valore sta cercando risposte, non un prezzo basso.
Inoltre, chi arriva su un sito ben strutturato, con articoli chiari e aggiornati, tende a restare più a lungo. Legge, approfondisce, naviga. E quando decide di contattare, lo fa con maggiore consapevolezza. È un pubblico più maturo, più interessato, più incline a fidarsi.
Menzioni, link, valore: la forza del network digitale
Per migliorare i parametri di autorevolezza – DA, ZA, traffico organico – è fondamentale sviluppare un network digitale coerente.
Questo significa attivarsi per far circolare contenuti di qualità, partecipare a conversazioni online, pubblicare su portali tematici con link di ritorno al proprio sito.
Non si tratta solo di “fare link building”, ma di condividere conoscenza e creare collegamenti autentici con il proprio settore di riferimento.
Un sito che tratta di diritto del lavoro e riceve menzioni da altri portali giuridici si rafforza. Un commercialista che pubblica casi studio su siti specializzati in fiscalità internazionale si posiziona come punto di riferimento. Non serve puntare sulla quantità, ma sulla qualità delle connessioni.
La SEO come investimento di valore
Affidarsi alla SEO non significa rinunciare alla promozione, ma scegliere un metodo più vicino al modo in cui un professionista costruisce la propria carriera. La visibilità guadagnata grazie a contenuti, reputazione e coerenza è diversa da quella acquistata con un clic.
Per questo motivo, molte realtà che operano nel mondo delle consulenze, della formazione o delle professioni regolamentate, scelgono di puntare su articoli tecnici, blog tematici, guide pratiche, video formativi. Ogni contenuto prodotto, se ben ottimizzato, contribuisce ad accrescere il valore percepito e la capacità del sito di rispondere alle intenzioni di ricerca.
Chi si prende il tempo di pubblicare contenuti pensati per essere utili, e non solo per attrarre clic, guadagna nel tempo fiducia, credibilità e contatti qualificati.